Abitudine diffusa tra gli esseri umani è osservare una qualsiasi forma d’arte e chiedersi della situazione e delle sensazioni che hanno portato l’autore a comporla. A volte, anche del suo scopo, quando ce n’è uno. Io lo faccio sempre, e l’ho fatto anche negli ultimi due giorni.
Ammirando quel nostalgico nero sbiadito su bianco da macchina da scrivere, che mi fa pensare sempre alla Lettera 22 di Indro Montanelli, ho riflettuto sullo scopo dell’autore dei decreti di indizione del referendum del 12-13 Giugno 2011, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
- nuove centrali per la produzione di energia nucleare
- modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica
- determinazione della tariffa del servizio idrico integrato
- legittimo impedimento
Se fossero stampati e rilegati saprei dove riporli: nello scaffale più alto della libreria, quello alto tre volte me. Proprio lì, tra il mini-manuale di grammatica italiana color beige misto polvere e gli avvincenti romanzi di Susanna Tamaro, che ti regalano perchè, dopotutto, sei una donna e gli Harmony dal giornalaio erano finiti.
La sensazione alla prima lettura è ben definita: immensa gratitudine nei confronti di me stessa, che di Giurisprudenza conosco solo l’aula studio, e solo perchè a luglio gode di temperature che nulla hanno da invidiare alla Groenlandia.
Si sa, documenti del genere sono comprensibili esclusivamente all’autore, uno strapagato sgargino del Ministero, che mi fa sempre un po’ tristezza. E non mi riferisco al burocratese, della cui necessità non sono mai riuscita a convincermi, ma al fatto che se riesci a tradurlo in un discorso consequenziale e compiuto, con tutti quei riferimenti, diventi campione ad honorem di Jeux Sans Frontières.
Non parliamo poi della modalità di votazione, che ha rubato il primo posto a «L’euro ci ha rovinati.» nel podio delle
“Lamentele comuni senza speranza di ascolto”. La solita storia del “vota sì” se sei favorevole all’abrogazione, “vota no” se sei contrario all’abrogazione, quindi “vota sì” se sei contrario alla legge e “vota no” se sei favorevole alla legge. Però in realtà, se sei contrario all’abrogazione, e quindi favorevole alla legge, non andare a votare proprio. Dimenticavo, lungo la strada verso il seggio, salta su un piede solo, con un bicchiere pieno sulla testa, e non toccare la linea tra due mattonelle, pestane sempre il centro. Altrimenti, il voto sarà indiscutibilmente annullato.
“Attention… un, deux, trois…FIIIT !”
Per fortuna ci sono i giornalisti, a fare chiarezza agli elettori. In televisione, ad esempio, proporrei Luca Giurato.
Se invece vuoi nominare Sasha al GF, INVIA UN SMS ALLO 000, RIPETO 000, che resterà in sovraimpressione per i prossimi sei giorni.
Se non riesci e sbagli numero, il voto sarà comunque valido.
Se sei anziano e non sai fare, ti mandiamo gratuitamente 4 persone a casa ad aiutarti.
Se il cellulare non ce l’hai, puoi mandare una richiesta in carta bollata, un piccione viaggiatore, un messaggio in bottiglia di vetro, o semplicemente un urlo.
Il modo più efficace per sprecare fiato è, da sempre, discutere di politica. A scriverne poi, si sprecano energie, byte e plastica della tastiera. Così oggi ho sospirato, sono caduta nel baratro dei luoghi comuni, e chiedendo scusa al mio Acer, ho condiviso una riflessione banale. Chiedo venia, ma non ho resistito.