Archivio mensile:gennaio 2011

Tired of waiting for things to get better

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Per scrivere bisogna trovare ispirazione. Oppure no. Ho scoperto che è sufficiente sorbirsi due interminabili ore di Teoria dei Numeri, trovarsi a scrivere sul quaderno “si definisce Gruppo Abeliano” e pensare: “è il momento di partorire qualche idea”.

E allora  Goodbye Malinconia, che hai ostacolato il mio Stream of Consciousness negli ultimi tempi: è ora di cambiare.
Secondo Seneca Animum debes mutare non caelum. Io non so se il buon vecchio Lucio Anneo aveva ragione, ma ovunque si trovi, sempre che esista, un elenco di regole per chi ha voglia di cambiamenti, sono sicura che la regola numero 1 è:

Resetta il tuo music player.

Non importa che in quel Terabyte ci sia la musica di una vita, o 4 canzoni di Guccini (perchè 5 non ci entrerebbero):  bisogna trovarne delle nuove, completamente a caso, o alcune così vecchie da non riuscire a ricordare il periodo in cui le ascoltavi. Non troppo a caso però: altrimenti si finisce come me stamattina, con Mariah Carey che  mi raccontava che Last Night A DJ Saved her life ed io che rivolevo indietro la mia musica.

Poi il resto viene da sè.  A volte basta pensare che c’è chi sta peggio. Altre volte basta una birra in compagnia. Per tutte le altre volte, a me, basta Troisi, e tutto torna a posto.

La riflessione sarà anche banale, ma quando l’attesa di un cambiamento diventa interminabile e Godot sembra proprio non voler arrivare, è il momento di andarlo a cercare.

I got tired of waiting because i found out
there’s only a fine line between
biding one’s time and wasting one’s time
do you know what i mean?

Ciao ciao malinconia.

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Meh. L’aspettavo da tempo.

A un primo ascolto mi ha lasciato perplesso. Il Capa, si sa, è un grande estimatore di tutti i generi e nei suoi 4 album si è passati dall’ hip hop al crossover alla taranta (ecc).

Dunque. Gli Spandau Ballet non me li sarei mai aspettati. Anche perchè quando la gente dice che gli anni ’80 son stati anni grandiosi per la musica  io rispondo “Col cazzo”.

Però questa mi piace. Un dignitoso omaggio.

Qualcuno penserà che son di parte ma non è così. E il testo è il classico pugno nello stomaco.

E mi viene da pensare: non è che un motivetto così orecchiabile (perchè è orecchiabile) sia stato scelto per facilitare il passaggio in radio e tv di una canzone che, visti i temi trattati e il modo crudo con cui vengono trattati, non avrebbe avuto avuto (credo) chissà quanta visibilità?

Chè io a Capa lo stimo tanto.

Nerd Inside

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Sono sotto esame. Ma l’avevate capito con il post sulla topologia e sui risvolti sociologici che esso evidenziava.

Nel frattempo qua intorno non si parla d’altro che mignotte o Isola dei famosi che sta per ricominciare con la grandissima partecipazione della nipote di De Andrè. Gli inglesi direbbero:Bugger that! Suona un po’ come: Sti cazzi!

Nel frattempo ho riflettuto sul ruolo dell’opinionista. Stavo pensando un po’ al fatto che uno va in tv a dire le proprie opinioni e viene pagato. E non capisco perché non debbano pagare per sentire le mie opinioni mentre pagano per sentire quelle di Alba Parietti. Forse la poltrona dell’opinionista è un po’ come il garage delle vallette in età avanzata. Ma anche qui non capisco cosa ci faccia Luxuria lì. Ma come? Non era un politico di sinistra?
Ora anche i politici di sinistra vedono l’Isola?

Se posso fare una proposta avanzerei D’Alema sull’isola. Magari è la volta buona…

Comunque tutto questo scrivere solo per segnalarvi una cosa che mi sta tenendo occupato da una buona mezz’ora e che so minerà i miei prossimi giorni di studio.

Provate a giocare un po’ a questo!

Provateci se vi piacciono i fumetti. Provateci se non vi piacciono i fumetti ma vi piacciono i giochi stupidi! Provateci e poi provate a smettere. Provateci e nel mentre provate a non sentire soddisfazione mentre distruggete tutto. Provateci e poi aiutate Nightcrawler a smettere.

Ma sopratutto provateci, altrimenti vi chiameranno per partecipare all’Isola dei famosi assieme a D’Alema, Di Pietro, Gasparri e Calderoli.

Rassegna stampa:speciale

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Berlusconi: “Io non ho mai pagato delle donne per fare sesso”. Infatti le paghiamo noi!

Don Mignotte

Marco Reguzzoni: “Il caso Ruby preoccupa perché distoglie la gente dai temi veri per il Paese, ovvero le riforme, a partire dal federalismo. La migliore risposta perciò è andare avanti nella direzione delle riforme”
Cioè fammi capire. Noi saremmo distratti dalle notizie mentre Lui non corre il rischio di distrarsi?

…ora capisco i posti di lavoro promessi!

Vignette prese da Qui e Qui!

E se qualcuno è ansioso di vedere il volto della nuova ragazza di B. eccolo accontentato! (click)

Non possiamo in chiusura dimenticarci del ruolo di fede in questa storia! (click!)
Vignetta presa da qui!

Flash: Rinascita

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E’ con questo post che voglio fare pubblica ammenda e chiedere a Nightcrawler di essere riabilitato al phanteon supereroistico.

Io che da sempre sono stato acerrimo nemico dei fumetti dei supereroi in seguito a brutte esperienze che mi son capitate (tipo essere preso in giro da Spiderman ed essere incappato in una partita di torello con i fantastici 4), ho scoperto che anche i supereroi possono essere ben scritti, possono raccontare cose belle e possono affascinare.

La scintilla fu IronMan Extremis del sempre verde Warren Ellis. Ma lì è Ellis a fare la differenza. Un bravo scrittore narrerebbe anche un cosa apparentemente insulsa in maniera splendida. Ed infatti IronMan Extremis è un bel fumetto con dei bei disegni (anche se non molto fumettistici).

Mi son dovuto ricredere in vero, sopratutto dopo aver terminato Flash: Rinascita che narra la storia del velocista Berry Allen, l’uomo più veloce della terra capace di abbattere le barriere del suono, e della sua flash-famiglia.

Sarà stata la suggestione di leggere il tutto in originale (che è impagabile) per la prima volta, sarà stato un tratto grafico assolutamente incredibile (anche se non eccelso nelle pagine maggiormente dinamiche), sarà stato il contatto con la punta di diamante della DC Geoff Johns, ma a me la storia è piaciuta.

Certo è una storia classica, a volte piena dei clichè tipici di questo genere, ma di certo non è paragonabile a ciò che ci propinano a livello cinematografico.

Un supereroe è pieno zeppo di problemi, è ben conscio di ciò che sono le sue debolezze e questo Flash:rinascita ne è un esempio lampante. Nei sei spillati che accompagnano questa saga, volta a rivalorizzare e rinarrare le origini del personaggio, assistiamo alla vera evoluzione dell’uomo Berry Allen, tornato dal limbo in cui era relegato dopo aver salvato la terra e tutti i suoi abitanti.

I personaggi della flash-famiglia sono tutti caratterizzati bene: la differenza tra i vari flash si avverte, è ben demarcata ed anche i comprimari che appaiono (Superman, Wonder Woman, Lanterna Verde, JLA, JSA) sono funzionali alla narrazione, che risulta avvincente, pur senza mai sfiorare livelli alti di phatos.

Il personaggio poi ad essere sinceri mi ispira simpatia e dopo la lettura non posso che confermarlo. Unica nota stonata: l’hanno disegnato con una mascella che nemmeno David Coulthard!

Insomma se vi capita questo volume tra le mani (tra l’altro edito a prezzi umani) e volete leggere qualcosa del velocista scarlatto o cercate un buon fumetto per un’oretta di compagnia (sicuramente preferibile a quella di Uomini&donne o a quella di Bruno Vespa) io ve lo consiglio.

Se non vi piace però, non prendetevela con me!

Rassegna stampa 3.0

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Nonostante rallentamenti sulla Gruppoabeliano A1, causa esami… nonostante questo non voglio abbandonarvi e vi allego la mia selezione delle notizie della settimana – lunga-.

Berlusconi l’ha cagato. Il suo nuovo partito si chiamerà Italia! E ci voleva tanto? Dopo forza Italia, ora Italia. Se continua così, al prossimo cambio nome ce lo siam tolti dalle palle! (click)

Ci si può drogare in casa a 4 Euro. Sicuramente più economico del parlamento! (click)

Borghezio:” L’abruzzo è un peso morto”. Si sarà mai visto lui allo specchio? (click)

La Russia più democratica di Nichi Vendola (click)

CityVille è l’app più usata su Faccialibro. Chissà che puzza dopo aver spostato il letamaio di FarmVille (click)

Orlando Bloom ferma un paparazzo. Ecco qui le foto. Qui? Ma come non aveva fermato un paparazzo? Ci sarà il paparazzo nel paparazzo? (click)

Piovono uccelli morti. Si cerca pillola blu! (click)

… alla riscossa anche i pesci! (click)

Provate a farvi rubare da dei tipi così. (click)

Chiave di ricerca più strana della settimana (allungata): feisbuc opido lucano!

Sviste matematiche parte 1

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– Cosa stai preparando per gli esami di Gennaio?
– Topologia
– Tipo quella lì che passa adesso?
– Mmm, un po’ più complessa diciamo.
– Ah, già, Logos, luogo… insomma un posto dove trovare la topa.
– Sì, bravissimo!

Mr. Big, What If

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Ecco arrivare il primo regalo di questo 2011. In Italia dovrebbe uscire a fine gennaio, ma questo Cd è già disponibile sul mercato in Giappone.

No, non è un maiale che vola. E' solo uno specchio. Cosa ci vedi dentro tu?

Quando una band si riunisce dopo tempo immemore, di solito si marcia facendo uscire un bel best o qualche strana raccolta, invece i Mr. Big, come pochi altri, sfornano un disco di soli pezzi inediti. E già questo è decisamente lodevole.

Diventa ancora più lodevole il tutto perché non sono brani “tirati via”, scritti o suonati senza entusiasmo e per cavalcare la notizia, ma sono piuttosto ragionati e rivelano, a distanza di anni, la maturità musicale che hanno raggiunto.

Pur con tutti i suoi limiti (di autoreferenzialità) questo è un cd maturo che rivela, una volta di più, come l’evoluzione del sound di una band possa benissimo prescindere dalla snaturalizzazione dello stesso verso lidi sconosciuti e magari non apprezzati. Qui i Mr. Big suonano come i Mr. Big. Senza fronzoli.

Lo fanno alla loro maniera, con delle melodie interessanti, con un Martin ancora in forma (forse anche merito della registrazione in studio, chi lo sa. Attendiamo l’esame Live) e con una sezione ritmica micidiale. La grazia e la tecnica di Pat Torpey, assieme alla potenza di Sheehan, condiscono in maniera solida il tessuto compositivo dei brani, mentre Gilbert, apparso molto migliorato a livello melodico dopo i suoi album solistici, regala performance ben al di sopra della sufficienza, con qualche punta bellissima.

Le canzoni sono “a là” Mr. Big, con molto dei successi che li hanno resi famosi. E sto pensando a classici come Colorado Bulldog o Addicted to the Rush, senza perdere di vista momenti molto più intimisti come Stranger in my Life – una delle canzoni più apprezzabili del cd-.
La scelta di non ricadere in scelte accordali facili (e per certi versi scontate) è prerogativa anche di questo disco che li riporta in auge, mostrando che ci sanno ancora fare, insieme, anche a distanza di anni.

Vedremo se tutto ciò è destinato a durare ed aspetto l’esame Live, che li ha sempre visti trionfanti. Chissà se sarà così anche questa volta.
Nel frattempo vi consiglio di ascoltare, sopratutto se amanti del genere, questo CD. Sperando che duri!